Oggi, come tanti italiani, abbiamo bevuto l’urina di Giulio Cesare! Si stima che il famoso condottiero romano, nei suoi 63 anni di vita, ha eliminato oltre trenta tonnellate di urina, quasi tutte finite teoricamente nel bacino del Mediterraneo. Qui, secondo alcuni studi, il ciclo di rimescolamento delle molecole dell’acqua si completa ogni duemila anni. Ecco spiegato l’incipit iniziale. In teoria in ogni litro d’acqua del Mediterraneo, e perché no, anche in quella che beviamo, è teoricamente presente qualche molecola dell’acqua contenuta nelle urine di Giulio Cesare. Si, perché l’acqua non si consuma, ma si ricicla e si riutilizza in un ciclo, di fatto, infinito. Pertanto l’acqua che cade ad esempio su un pascolo è usata prima dalle erbe per crescere, poi attraverso queste passa agli animali che pascolano e che la restituiscono con le feci e le urine, che concimano il terreno, in un rinnovato ciclo della stessa acqua. E’ di fatto un approccio discutibile quello di confondere i diversi passaggi di quest’acqua annoverandoli tutti sotto la voce “consumo” e sommando tra loro le diverse fasi del ciclo dell’acqua in un dato ecosistema. Inoltre, ragionando di acqua, è utile distinguerla secondo queste diverse tipologie: l’acqua blu delle falde e dei corpi idrici, acqua verde piovana e/o traspirata dal terreno durante la crescita delle colture e acqua grigia necessaria per diluire e depurare gli scarichi idrici di trasformazione.
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Il 27 novembre è stato approvato in sede di Conferenza Stato-Regioni lo schema di decreto sulla revisione delle norme relative alla gestione degli effluenti di allevamento e sull’utilizzazione agronomica del digestato prodotto dagli impianti di digestione anaerobica. Il decreto attua finalmente l’articolo 52 del “Dl Crescita” (Dl 83/2012) e definisce le caratteristiche e le modalità d’impiego del digestato, equiparandolo ai concimi chimici, nonché le modalità di classificazione delle operazioni dalla disidratazione alla essiccatura. Un altro passo nella giusta direzione per il riconoscimento del digestato quale ottimale concime organico in sostituzione dei concimi chimici (di origine petrolifera…..). Il Comunicato congiunto è frutto di un’approfondita istruttoria, a cui hanno preso parte le Regioni, i Ministeri dell’Ambiente e della Salute e le Associazioni di categoria e conferma quanto già indicato nella normativa dell’agosto 2012. Con esso si guarda al futuro dell’agricoltura in un contesto di rafforzamento della sostenibilità ambientale delle produzioni agricole e alla diversificazione di tipo energetico-rinnovabile delle attività.