In 60 anni triplicato il consumo di carne in Italia. 80 chili a persona ogni anno greenreport.it
«In Italia si mangia troppa carne» Corriere.it
Le carni rosse fanno male alla salute? AIRC
«..l’industria del bestiame è responsabile, da sola, di più emissioni dannose di quelle prodotte dal settore trasporti» Legambiente
Da anni si legge di tutto e di peggio sui principali Media italiani, riguardo ai rischi derivanti dal consumo di carne. Ma è proprio vero che si consuma troppa carne nel Bel paese? Facciamo chiarezza:
I numeri del consumo di carne in Italia
Nel nostro Paese il consumo di carne pro capite ammonta a 37,9 kg all’anno (pari a 90 grammi al giorno). Sono troppi per la salute?
Di certo non sono gli 80 kg e nemmeno 75, come si legge diffusamente su tanti Media nazionali. Infatti, tali esorbitanti stime si riferiscono ai consumi “apparenti”, che considerano anche le parti non commestibili: tendini, ossa, grasso, cartilagini, frattaglie! Se si volesse valutare il rischio legato al consumo di carne, è essenziale per onestà intellettuale calcolare solo la componente edibile. Quello che non si mangia, ovviamente non può far male alla salute!
A questo proposito e per sgombrare il campo da equivoci ci ha pensato la ricerca coordinata dal professor emerito di Zootecnia Vincenzo Russo (Università di Bologna), insieme alla Commissione di studio Istituita dall’ASPA (Associazione Scientifica per la Scienza e le Produzioni Animali).
Nello studio “Consumo reale di carne e di pesce in Italia” il team ha rivisto decisamente al ribasso le stime sul consumo di carne finora disponibili e che si basavano erroneamente sulla quantità di carni prodotte e importate, senza detrarre al computo le parti non commestibili. Il lavoro dei ricercatori italiani racconta una realtà molto diversa: il consumo reale pro-capite di carni totali corrisponde a 104 grammi al giorno (e non a quasi 300 gr come invece si pensava) pari 37,9 kg all’anno, meno della metà di quei 79,1 kg di cui si sente spesso parlare.
“E’ evidente come questi dati vadano a ridimensionare l’allarme sui consumi eccessivi di carne in Italia, avendo sovrastimato al doppio i dati”, conclude Vincenzo Russo.
Tale studio prende in considerazione il consumo di tutta la carne, indipendentemente dalle modalità di assunzione (cruda, cotta, trasformata in salumi, presente in preparazioni alimentari miste, inscatolata ecc.) e dai luoghi dove si sceglie di consumarla (casa, ristoranti, fast food, mense, comunità, bancarelle ecc.). Considerando solo la carne bovina, il consumo reale scende a 29 grammi al giorno pro capite. L’Italia, dunque, è il terzultimo Paese in Europa per consumo di carne.
Carne si, ma quanta ne posso mangiare ?
Premesso che l’OMS fa riferimento “all’eccesso” dei consumi, e non a un consumo inteso in senso generale, con un aumento del rischio relativo di circa il 18% per le carni trasformate e del 17% per le carni rosse, ben diverso dal rischio “assoluto” o reale che scende a solo l’1%.
IARC, a questo proposito, indica dei parametri precisi: meglio non superare mediamente i 50 grammi di carne trasformata e 500 grammi di carne rossa a settimana. Secondo la IARC, poi, i fattori di rischio delle carni non dipendono dalla carne in sé, ma sono dovuti principalmente ai metodi di conservazione, preparazione e cottura di carne e derivati (come quelle su fiamma diretta tipiche del barbecue), da cui possono scaturire amine eterocicliche aromatiche, idrocarburi policiclici aromatici e nitrosammine, composti che inducono mutazioni cancerogene.
Il World Cancer Research Fund raccomanda non più di tre porzioni a settimana di carne rossa, che equivalgono a circa 350-500 g. La quantità di carne rossa specificata è stata scelta per fornire un equilibrio tra i vantaggi del consumo di carne rossa (come fonte di macro e micronutrienti essenziali) e gli svantaggi (un aumento del rischio di cancro del colon-retto e di altre malattie non trasmissibili).
Quindi, carne si, ma con moderazione!
Fausto Cavalli