Nel corso del 2021 gli allevatori di vacche da latte hanno subito un significativo incremento del prezzo di alcune materie prime, largamente utilizzate nell’alimentazione delle bovine, in particolare mais e soia. Le cause erano da imputare come riflesso indiretto della pandemia COVID 21. La difficoltà di approvvigionamento e di movimentazione delle merci ha favorito una prima impennata, ad esempio della farina di mais, da un prezzo medio di 200 euro/t fino a 300 euro/t. Per le stesse motivazioni, anche la soia farina di estrazione è passata da 350 a 450 euro/t di fine 2021.
Si stima che nel complesso e per area omogenea a Grana Padano e/o formaggi industriali, il costo litro latte sia aumentato di circa 3 cent. di euro, passando dai 400 ai 430 euro/t. In questo caso il prezzo riconosciuto all’allevatore ha, più o meno seguito l’incremento dei costi medi, in ogni caso coprendo a malapena il costo di produzione.
Tuttavia, nel corso dei primi mesi del 2022, fino alla data attuale, alle già gravose difficoltà si è aggiunta l’invasione da parte della Federazione Russa nell’Ucraina, che ha scatenato un’immediata impennata dei prezzi dei principali mezzi utilizzati in agricoltura ed allevamento da latte. Tutto ciò ha comportato un incremento complessivo del costo litro latte a doppia cifra.