Il contratto deve tenere conto di tutti i costi di produzione
Questa misura, di fatto, pretende di equilibrare il rapporto di forza tra produttori agricoli (parte debole) e Grande Distribuzione (parte forte). In concreto, la decisione che ha preso il Governo spagnolo consiste, al primo livello della catena del valore, di fissare i prezzi dei prodotti agricoli mediante contratti scritti obbligatori tra agricoltori e GDO (piattaforme di vendita). Questi dovranno includere il costo di tutti gli elementi necessari per la produzione primaria, ad esempio dai concimi, ai costi energetici, manodopera, alimenti per il bestiame, ecc. Nel caso in cui questi costi non siano conosciuti, si dovranno utilizzare i dati che compariranno sulla pagina web del Ministero dell’Agricoltura, aggiornati via via dagli studi specifici demandati all’Osservatorio dei prezzi e del mercato del Ministero.
In caso di mancato rispetto di questa basilare regola, sono previste multe alle catene commerciali e in caso di gravi violazioni il più ampio risalto pubblico, in modo da creare un forte effetto dissuasorio proprio presso i consumatori.
Il testo della norma parla chiaro“Prohibición de venta a pérdida o destrucción de valor en la cadena”, (proibizione di vendere in perdita). Inoltre si precisa che “ogni operatore dovrà pagare all’operatore immediatamente precedente (nella catena del valore) un prezzo uguale o superiore al costo effettivo di produzione”. E’ prevista una sola eccezione alla regola: sarà permesso vendere ad un prezzo inferiore del costo di produzione nel caso in cui i beni siano vicini alla loro data di scadenza.
Nel caso ad esempio del latte in Italia, le statistiche dicono che il prezzo riconosciuto all’allevatore è inferiore la 30% del prezzo medio al consumo e che 3 anni su 5 tale prezzo, su per giù fermo da 25 anni, è inferiore al costo di produzione.
La Spagna si è mossa nella giusta direzione. Quando l’Italia realizzerà una giusta normativa di analogo valore ?
Fausto Cavalli
Notizia tratta da: 20 minutos